
Dove: Milano, Villa Necchi Campiglio;
Ore: 10.00 - 18.00
Per altre info.: http://www.fondoambiente.it/
Siccome siamo in pieno inverno e i fiori cosiddetti di campo scarseggiano, si consiglia, per dare un tocco naturale al vostro bouquet, di mischiare, ai fiori da serra: bacche, semi, foglie e rami. Riguardo alle bacche consiglio di usare quelle di Callicarpa che hanno un insolito colore acceso tra il blu e il viola: quando in un giardino spiccano nella neve danno un tuffo al cuore, ma anche nel vostro bouquet faranno la loro bella figura!
E se cercate un fiore profumato in gennaio il Calicanto farà per voi: forse il numero 1 di tutti i profumi di fiori! Se volete conoscerlo, c’è un incantevole boschetto di Calicanti nei Giardini Pubblici di Milano fiorito proprio in questo periodo (all’ entrata di Via Moscova verrete travolti dal loro profumo).
FOTO: pgb photography; Scott Andrew Studio; Mira Cervino; Saipua; Paperwhite photography;Martha Stewart; Flor e Forma;
Il programma parlava del Munnar (Kerala), regione nel sud dell’India, dove si trova la più grande piantagione della stupenda Camelia sinensis. Il tè si fa con le foglie di questa Camelia e se volete saperne di più, ho trovato un testo di Pietro Bruni, il mio capo:), su questa stupefacente ed elegante pianta.
“Questa specie, coltivata fin da tempi antichissimi in Cina e India, è un arbusto che può raggiungere la considerevole altezza di
La raccolta delle foglie viene eseguita a partire dal terzo anno di età e poi continua per decine e decine di anni a venire. Il periodo di raccolto nei climi miti si estende a tutto l’anno; nelle zone a clima più rigido, invece, è concentrato in estate, quando la fase vegetativa della pianta è all’acme e la produzione di nuovi getti è massima. Ok, va bene il tè; però la camelia è anche una delle più incantevoli e giustamente famose piante ornamentali, e visto che in questa sede si parla di piante e non di tisane, adesso vediamo un po’ di concentrarci sull’aspetto botanico e decorativo di questa esponente di spicco di ogni terrazzo che si rispetti…”